Quali sono i parquet più resistenti?

 In evidenza

Quando si tratta di pavimenti, il parquet è sicuramente la scelta migliore per via della sua bellezza naturale, della duttilità, della capacità di valorizzare qualunque ambiente. C’è chi, tuttavia, ha delle riserve per quanto riguarda la sua resistenza e la durata nel tempo. Che il parquet sia fragile è un falso mito, e uno dei più duri a morire. In realtà il legno è un materiale molto resistente. Ma cosa intendiamo per resistenza? E quali sono i parquet più resistenti?

Di cosa parliamo quando parliamo di “resistenza”?

Stanza vista dall'alto con un cane sdraiato su un parquet chiaro, un tappeto colorato a motivi geometrici e una scrivania in legno su cavalletti

Quando si tratta di un materiale, resistenza è un termine aperto a molte interpretazioni. Occorre infatti sempre precisare di che tipo di resistenza intendiamo:

  • al calpestio;
  • agli urti;
  • all’acqua e all’umidità;
  • allo sporco;
  • al tempo;
  • oppure per resistenza intendiamo la durezza, cioè la capacità di resistere alla penetrazione.

Quale parquet si rovina meno? I fattori in gioco sono evidentemente molti, e pertanto è difficile dare una risposta univoca su quale sia il parquet più resistente. Ci sono essenze più adatte a particolari ambienti e usi.
Un’altra variabile, inoltre, perlomeno per la resistenza meccanica, è lo spessore del legno. Più questo è sottile, meno resistente sarà la superficie.

I parquet più resistenti a graffi e urti

Dettaglio sul pavimento in parquet di un ufficio open space con molte finestre e persone di cui non si vedono i volti riunite a parlare

  • Rovere: è il grande classico, l’essenza più venduta e diffusa in assoluto, tanto da coprire da sola l’80% del mercato dei pavimenti in legno. Si ricava dall’omonima pianta (Quercus petraea), che fa parte della famiglia della Fagaceae, come il faggio e il castagno.
  • Teak: si ricava dall’albero tropicale Tectona Grandis ed è l’essenza più adoperata per il decking. È immune a insetti, parassiti e funghi e non teme l’acqua.
  • Wengé: proviene dalle foreste tropicali dell’Africa centro-orientale. Come l’ebano ha un peso specifico maggiore di quello dell’acqua, quindi non galleggia. È tra i legni più resistenti in commercio.
  • Afrormosia: è un legno esotico molto duro e pregiato. Sopporta molto bene il calpestio e gli urti, si impiega sia per interni che per esterni ed è adatto pure per gli ambienti umidi.
  • Bambù: a differenza delle stragrande maggioranza delle essenze utilizzate per i parquet, non si ricava da un albero. Pur essendo molto leggero e flessibile, in durezza supera di gran lunga quasi tutti i legni per parquet tanto da essersi guadagnato l’appellativo di “acciaio del legno” (sebbene tecnicamente non sia legno). Ha una notevole sopportazione al calpestio e agli urti. Per quanto riguarda i graffi, invece, è più problematico. Resiste benissimo all’umidità e si può adoperare anche per il decking.
  • Acero: è un legno molto duro e resistente, tanto da essere uno dei più usati per le pavimentazioni sportive, come i parquet dei campi da basket (quelli dell’NBA, ad esempio, sono principalmente in acero).
  • Iroko: è un’essenza esotica tipica dell’Africa equatoriale. Ha molte caratteristiche in comune col teak — tra cui resistenza a calpestio, urti e umidità — ma è relativamente più economico. Si utilizza anche all’esterno.
  • Doussié: altra essenza esotica molto pregiata. È uno tra i legni più duri, compatti e resistenti. Si usa all’interno e all’esterno, anche per strutture sportive. Tra i suoi pregi: è praticamente immune ai parassiti.

I parquet più resistenti all’acqua e all’umidità

Luminoso bagno moderno tutto sui toni del legno e del bianco, con pavimento in parquet, vasca da bagno bianca e minimale, specchio circolare e molte piante

Spesso — ma non sempre — le essenze che resistono bene agli urti sono anche quelle che sopportano meglio acqua e umidità. In generale tutte le essenze esotiche si comportano bene in ambienti esterni e spazi interni come il bagno e la cucina.
Tra i migliori abbiamo teak, wengé, afrormosia, iroko, doussié, robinia, bilinga ed ebano.
Anche il bambù è un’ottima scelta, così come il rovere. Quest’ultimo viene spesso trattato in modo tale da aumentare la sua naturale resistenza.

Migliorare la resistenza con le finiture

Mano di un uomo che con un rullo sta applicando dell'olio a un parquet

Oltre alla resistenza intrinseca alle varie specie legnose, un’altra variabile importante è la scelta della finitura.
Si può optare per finiture a vernice e finiture all’olio. Nella gamma Solid di Renner Italia ci sono prodotti di entrambe le tipologie, tutti quanti a base acquosa e rispettosi dell’ambiente e della salute degli utilizzatori. Vi sono oli e vernici più o meno opache, in base all’effetto desiderato.

In linea generale, le vernici sono più protettive perché formano un sottile film sulla superficie del legno. A livello di sporco, dunque, consentono una maggiore facilità di pulizia. Inoltre durano molto a lungo senza necessità manutenzione.
L’olio, invece, penetra in profondità nel legno e ne impregna le fibre. Va ripristinato a intervalli più o meno regolari (bastano poche mani) ma ha il pregio di dare un aspetto più naturale al parquet. Inoltre, in caso di graffi, danni e ammaccature, si può intervenire sulla singola zona e poi oliarla nuovamente.

Lussuosa e minimale stanza da bagno sui toni del nero, con doccia a giorno e pavimento in grès effetto legno scuroDettaglio dall'alto di un parquet industriale con lamelle di colori differenti