Il parquet in ovangkol

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Le essenze esotiche del legno sono molto utilizzate per la produzione di pavimenti. Come abbiamo visto spesso su questo blog, ogni essenza ha le proprie caratteristiche e peculiarità. Oggi andiamo a scoprire il parquet in ovangkol.

Da dove viene il parquet in ovangkol

Una pianta di Guibourtia

Quello che viene comunemente chiamato ovangkol è un legno che si ricava dalla Guibourtia ehie, una pianta che appartiene alla famiglia delle Fabaceae (come l’acacia, il palissandro, il doussié e il wengé).
L’ovangkol è noto anche con i nomi di amazique, amazoué, hyedua, black hyedua, mozambico e shedua. In Italia è talvolta impropriamente chiamato Noce Daniela.
Cresce nelle foreste pluviali dell’Africa tropico-equatoriale occidentale: Sierra Leone, Camerun, Ghana, Liberia, Nigeria, Costa d’Avorio e Gabon.

Questa pianta può arrivare fino a 40 metri di altezza e, per quanto riguarda il tronco, a un metro di diametro. La corteccia è liscia e le radici pronunciate. Le foglie sono lunghe circa 5/10 cm, e sono divise in due foglioline con apici acuminati.
Il legno di ovangkol è di marrone scuro, ma può tendere al giallastro e al color oliva, con venature visibili, che variano dal giallo/marrone a tinte più intense, nere o grigiastre.
È un legno a grana grossa ed è molto simile, come aspetto, al noce.

Come viene utilizzato il legno di ovangkol

Un basso elettrico costruito in legno di ovangkol

Oltre che per mobili e parquet, spesso impiegato in sostituzione del noce, l’ovangkol è adoperato anche a scopi decorativi, in ebanisteria, e per pannelli, porte e cornici.
Si usa inoltre per la struttura di alcuni strumenti musicali — chitarre, contrabbassi, xilofoni — in sostituzione del più costoso palissandro.

I pregi del parquet in ovangkol

Un asse di legno di ovangkol viene tagliato in officina

  • È un legno tropicale duro ma abbastanza elastico.
  • Ha una buona resistenza.
  • Non viene attaccato da funghi o insetti
  • Sopporta bene gli agenti atmosferici.
  • Si lavora con facilità.
  • È un ottimo isolante naturale e protegge la casa dal freddo e dal caldo.

I difetti

  • Ha un costo abbastanza elevato.

Qualche consiglio per far durare a lungo il proprio parquet in ovangkol

Dettaglio del parquet interno di un'abitazione, in legno di ovangkol, con un vaso in vimini davanti a una luminosa finestra

Come tutte le essenze esotiche, anche l’ovangkol necessita di prodotti specifici e di alta qualità.
Per ciò che concerne le finiture, è possibile optare sia per vernici sia per oli impregnanti. Nella gamma Solid di Renner Italia c’è tutto ciò che serve.

Le vernici sono a base acquosa, esenti da sostanze problematiche per la salute e per l’ambiente e formulate con appositi filtri UV. Si può scegliere tra differenti effetti, più o meno brillanti. Da SolidZero, la più opaca, SolidCrystal, la più lucida, passando per SolidNatureSolidClassic.

Tra gli oli impregnanti, invece, troviamo SolidOil (a effetto naturale altamente opaco), SolidOilNature (a bassa opacità) e SolidOilLux (ad alta brillantezza).

Per la manutenzione quotidiana consigliamo infine l’uso di stracci di lana, scopa elettrica o panni catturapolvere. Lo sporco va rimosso adoperando un detergente neutro come SolidClean, appositamente formulato per il parquet. Non rovina il legno e, come le vernici e gli oli Solid, non contiene sostanze pericolose.

Uno scienziato con camice bianco e guanti blu maneggia dei piccoli cubi in legnoLa caratteristica texture del legno di jatobà