Perché per il parquet prefinito si usano pioppo, betulla o abete?

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Quando si decide di installare un parquet, le opzioni sono innumerevoli: essenza, tipologie e geometrie di posa, lavorazioni speciali, finiture… La prima scelta che va fatta, tuttavia, è quella tra il pavimento in legno massello o prefinito. Di che si tratta? Ne parliamo qui, ma, riassumendo, il primo consiste in elementi interamente costituiti da legno nobile; il secondo, invece, in listelli che prevedono solo lo strato superficiale in legno nobile, fissato su uno o più strati di cosiddetto “legno povero”. Tale substrato, nel parquet prefinito, è solitamente realizzato in legno di pioppo, di betulla o di abete.

Perché si usano questi tre alberi? Che differenze ci sono tra di essi? Esistono altre essenze o addirittura altri materiali che possono avere lo stesso ruolo?
Scopriamolo.

Perché il substrato del parquet prefinito viene prodotto con legno povero?

Due tavole di parquet prefinito su un tappetino

Rispetto al parquet in massello, il prefinito è più economico. Questo perché il legno nobile utilizzato è molto meno e non necessita di ulteriori lavorazioni dopo la posa. Mentre il massello esige almeno altre due fasi, quella della levigatura e quella della finitura (magari impiegando prodotti di alta qualità come gli oli o le vernici della gamma Solid di Renner Italia), il prefinito — lo dice la parola stessa — è già pronto. Una volta installato, potenzialmente ci si può già camminare sopra.

Il succitato legno povero, quindi, deve avere le seguenti caratteristiche:

  • un costo relativamente basso;
  • un’alta disponibilità (che ovviamente si riflette sul prezzo)
  • delle buone caratteristiche meccaniche e di resistenza: il legno dovrà essere abbastanza robusto e avere un’elevata stabilità, cioè non essere particolarmente soggetto a ritirarsi o a dilatarsi.

Abete, pioppo e betulla soddisfano tutti e tre i requisiti, ed ecco perché sono i più usati per il substrato. Questo può essere massiccio, oppure composto a sua volta da molti strati (si parla quindi, ad esempio, di un multistrato di betulla).

I punti di forza di pioppo, betulla e abete

Stanza vuota con pareti grigie, parquet e tappeto davanti a una finestra affacciata dall'alto su un panorama urbano

  • il pioppo è il più diffuso e anche il più economico ma nonostante questo offre delle buone prestazioni ed è adatto al riscaldamento a pavimento;
  • l’abete si contende con il pioppo il primato per l’alta diffusione ed è anch’esso un’ottima scelta per chi prevede di adoperare il riscaldamento a pavimento;
  • la betulla è l’essenza più affidabile e anche quella generalmente più costosa delle tre.

Le altre essenze usate per il substrato

Una donna in una fabbrica di parquet sta controllando i prodotti

Oltre alle tre già descritte, esistono altre essenze impiegate come supporto allo strato di legno nobile: sono ad esempio il frassino e il pino.
Non è raro, inoltre, trovare substrati prodotti con pannelli di fibra derivati dal legno. Sono l’HDF, l’MDF e l’LDF, ottenuti dagli scarti di lavorazione del legno, poi compattati grazie all’uso di resine e collanti. Tra di loro differiscono per la densità delle fibre: HDF sta per High-density fibreboard (quindi ad alta densità), MDF per Medium-density fibreboard e LDF per Low-density fibreboard. Sono impiegati soprattutto nei parquet installati in ambienti commerciali e pubblici.

Quanti strati si usano sotto il legno nobile?

Ampio e luminoso openspace arredato in stile essenziale e moderno sui toni del bianco e del legno naturale, con cucina a vista e isola con sgabelli, salotto e grande finestra che dà su un giardino alberato

Al di sotto dello strato superficiale di legno nobile, si possono trovare uno o due strati. Il primo è sempre lo strato di supporto. Talvolta si tratta della stessa essenza dello strato nobile, ma di qualità inferiore. Oppure può essere il substrato in legno povero o i pannelli di fibra di cui abbiamo già parlato. O, ancora, essere formato da pannelli compensati, paniforti o altri materiali ancora.

Spesso gli strati totali sono tre, costituiti di tutte essenze diverse. Li troviamo perlopiù negli elementi di grandi dimensioni, le plance. In questo caso, allo strato intermedio di supporto, che dà stabilità al pavimento, se ne aggiunge uno detto di controbilanciatura. Può essere prodotto con la medesima essenza dello strato nobile.
Il parquet a tre strati è solitamente più costoso rispetto a quello a due strati.

Stanza vuota di un antico palazzo con pareti bianche decorate e pavimento in parquet lucido a spina di pesce illuminato dalla luce che entra da una porta a vetro ad arco chiusaDettaglio della texture del legno di kempas