Le classi di utilizzo del legno

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Dopo aver parlato della durabilità del legno, che è al centro di una normativa che ne stabilisce una scala, andiamo a vedere un’altro aspetto centrale che riguarda la scelta dell’essenza più adatta al proprio parquet. Si tratta delle classi di utilizzo del legno.

A cosa servono le classi di utilizzo del legno?

Luminoso salotto in stile vintage con pareti bianche decorate, molte finestre, pavimento in parquet illuminato dal sole, divano, mobile in legno e pianoforte a coda

Le essenze legnose sono moltissime e ciascuna ha le proprie caratteristiche meccaniche, estetiche e di resistenza agli agenti che causano il deperimento del materiale. In questo panorama, la scelta del legno giusto non dipende solo dall’essenza in sé e dalle sue proprietà intrinseche, ma anche dall’utilizzo che se ne andrà a fare. Ed è proprio qui che entrano in gioco le classi di utilizzo.
Conoscerle è indispensabile per:

  • valutare l’essenza giusta in base all’uso;
  • valutare l’eventuale trattamento del legno con appositi prodotti o lavorazioni;
  • garantire la sicurezza delle opere in legno;
  • stimare la durata della struttura o del manufatto;
  • ottimizzare i costi, utilizzando il legno in maniera efficiente, senza andare ad adoperare essenza più costose e resistenti del necessario.

La norma di riferimento: UNI EN 335:2013

Terrazza esterna con pavimento in decking, ringhiere in metallo, e grande parete vetrata che separa l'interno dall'esterno, immerso nel verde degli alberi

Per valutare le condizioni di utilizzo del legno esiste una scala, che è stata definita nel dettaglio dalla norma UNI EN 335:2013.
Questa si applica sia al legno massiccio che ai prodotti a base di legno, e definisce delle classi di utilizzo. Tali classi illustrano le diverse situazioni di servizio alle quali può essere esposto il legno e i prodotti realizzati con questo materiale. Inoltre segnala gli agenti biologici che, a livello europeo, possono entrare in azione in ciascuna dei contesti indicati.

Le classi sono cinque, chiamate CU (Classi di Utilizzo):

  • CU1: all’interno, in ambiente asciutto. Umidità massima inferiore al 20%. Agenti biologici: coleotteri e termiti;
  • CU2: all’interno o al coperto. Non esposto agli agenti atmosferici ma con possibilità di condensa. Umidità massima occasionalmente superiore al 20%. Agenti biologici: coleotteri, termiti, funghi cromogeni e basidiomiceti;
  • CU3: all’esterno, esposto agli agenti atmosferici ma non in contatto con il terreno. Umidità massima frequentemente superiore al 20%. Agenti biologici: coleotteri, termiti, funghi cromogeni e basidiomiceti. La CU3 è a sua volta suddivisa in due sotto-classi:
    • CU3.1: il legno è sottoposto a condizioni di umidificazione limitata;
    • CU3.2: il legno è sottoposto a condizioni di umidificazione prolungata;
  • CU4: all’esterno, e a contatto con il terreno e/o in acqua dolce. Umidità massima sempre superiore al 20%. Agenti biologici: coleotteri, termiti, funghi cromogeni, basidiomiceti e carie;
  • CU5: all’esterno, immerso permanentemente o regolarmente in acqua salata. Umidità massima sempre superiore al 20%. Agenti biologici: coleotteri, termiti, funghi cromogeni, basidiomiceti, carie e organismi marini.

Per quanto riguarda il parquet, è facile intuire che questo possa rientrare solitamente nella CU1 o CU2 per quanto riguarda quello da interno, e nella CU3 per il decking.

Le varie tipologie di agenti biologici

Stanza completamente finestrata con soffitto bianco e faretti, affacciata su un panorama costiero. Nella stanza, con pavimento in parquet, si trova soltanto una vasca da bagno bianca dalle linee moderne e tondeggianti

Come abbiamo visto, la norma specifica quali possono essere, in ciascuna situazione, gli agenti che rischiano di compromettere il legno. Se alcuni sono più semplici da comprendere, altri hanno bisogno di un minimo di spiegazione.

  • Coleotteri: sono un ordine di insetti che comprende centinaia di migliaia di specie. Quelle più pericolose per il legno sono i cerambicidi, come il cosiddetto Capricorno delle case, e gli anobidi, come i tarli del legno.
  • Termiti: appartengono alla famiglia degli isotteri e sono tra i più pericolosi isetti xilofagi.
  • Funghi cromogeni: possono svilupparsi in condizioni di umidità del legno superiore al 30%. Intaccano il materiale a livello superficiale o profondo, causando cambiamenti cromatici, ma non le cellule, dunque non compromettono la struttura del legno.
  • Basidiomiceti: sono funghi che, attraverso gli enzimi, sono capaci di degradare i componenti strutturali della parete delle cellule legnose e quindi di compromettere la resistenza meccanica del legno.
  • Carie: è prodotta dai funghi basidiomiceti e va a compromettere significativamente la resistenza meccanica. Si suddivide in:
    • carie bruna: attacca la cellulosa e lascia un residuo di colore scuro (la lignina);
    • carie bianca: attacca la lignina e lascia un residio di colore chiaro (la cellulosa).
  • Organismi marini: sono i crostacei e molluschi che attaccano le strutture in legno e le palizzate immerse in acqua marina.

Le classi di utilizzo in relazione alla durabilità del legno

Un tecnico sta installando un parquet da esterno fuori da una casa immersa nel verde in una zona montuosa

Le classi di utilizzo del legno sono utilissime, ma vanno sempre messe in relazione alle classi di durabilità.
Esiste anche un norma che definisce la corrispondenza tra la classe di utilizzo e la durabilità del legno scelto, la UNI EN 460:2023.

Vista dal basso di una piscina immersa nel verde, con in primo piano le assi di legno del decking a bordo piscinaUna donna coi capelli rossi, vista di spalle, apre le braccia con gioia al paesaggio autunnale che ha davanti, pieno di alberi dalle foglie ingiallite e rossastre che ricoprono anche la strada